La parodontite è una malattia dentale che colpisce il parodonto e nei casi più gravi si richiedono interventi con impianti dentali. È fondamentale una corretta diagnosi, seguita da analisi mirate, per valutare il quadro del paziente e procedere eventualmente con le modalità di intervento più adeguate
La parodontite è una patologia che può portare alla formazione di tasche, recessioni, mobilità degli elementi, tartaro e sanguinamento. È quindi indispensabile fare attenzione ai sintomi e trattare la patologia in modo adeguato affidandosi ai migliori dentisti.
Cause della parodontite e diagnosi
La parodontite può essere causata da diversi fattori, che vanno individuati con attenzione. Il nostro studio dentistico di Roma è in grado di effettuare analisi mirate, partendo dalla valutazione del quadro complessivo del cavo orale, prima di intervenire con qualsiasi terapia. Ad esempio, è bene iniziare da un’indagine sulle abitudini del paziente, che potrebbero favorire l’insorgenza della patologia: una volta accertata la presenza della parodontite, si analizzerà il suo stato di avanzamento e le modalità di intervento più adeguate.
Tra le principali cause della malattia rientrano il fumo, l’utilizzo di farmaci che possono aumentare il volume delle gengive, la presenza di diabete e altre malattie sistemiche varie. L’anamnesi dento-parodontale mira ad analizzare proprio questi diversi fattori, partendo da un esame obiettivo che si suddivide in tre fasi.
La prima fase consiste nella in una RX(ortopanoramica)
ed una valutazione del colore, della topografia e della forma della gengiva:
si individuano in tal modo anche eventuali migrazioni dentarie, la presenza di
placca batterica e lo stato delle mucose.
La seconda fase prevede un’analisi della mobilità dentale, per valutarne
un eventuale incremento, tipico nei casi di questa malattia.
Nella terza fase, infine, si procede al sondaggio parodontale, che
permette una diagnosi specifica e finalizzata ad analizzare lo stato di salute
o di malattia dei tessuti parodontali.
Non bisogna dimenticare l’importanza di un’attività di prevenzione, che sin dalla giovane età può essere programmata nel migliore dei modi, proprio attraverso una diagnosi precisa della parodontite.
Le analisi microbiologiche e genetiche
Le analisi genetiche e microbiologiche effettuate in laboratorio rappresentano una parte fondamentale della prima fase di diagnosi della parodontite. Attraverso i loro risultati è possibile controllare i polimorfisimi associati alla patologia. Si tratta di test estremamente efficienti ed importanti, anche in ottica di prevenzione: consentono infatti di valutare il rischio per il paziente di contrarre la parodontite e la possibile comparsa dell’osteoporosi (altra malattia causata ugualmente da un’alterazione del recettore della vitamina D).
Le analisi microbiologiche si eseguono conla cosiddetta tecnica Real Time-PCR, che consente di individuare quanti e quali batteri sono presenti nel cavo orale. In caso di patologia, grazie a questi test, è possibile identificare la specie, la sub-tipizzazione e la quantificazione dei batteri patogeni. Di conseguenza si possono selezionare i migliori strumenti per procedere al trattamento più adeguato.
Le analisi genetiche sono uno strumento prezioso per ottenere un’indicazione chiara sul profilo di rischio del paziente nei confronti della malattia parodontale. Rivestono una grande importanza anche nel valutare le possibilità di successo o meno degli interventi di riabilitazione implanto-protesica.
Il nostro studio dentistico effettua entrambe le tipologie di test, in modo veloce e sicuro, con metodologie completamente indolori per il paziente. Inoltre, durante tutto il periodo delle cure, eseguiamo trattamenti personalizzati, mettendo sempre ciascun paziente a conoscenza di tutti gli step e del grado di avanzamento della patologia.
Sondaggio parodontale e codici di diagnosi
Il sondaggio parodontale è un esame di grande importanza a cui dovrebbero sottoporsi tutti i pazienti e che dovrebbe essere ripetuto almeno una volta all’anno. Noto anche come screening parodontale, permette di fare una stima della perdita di attacco che, nei casi accertati, è un chiaro segnale della parodontite.
L’esame si effettua attraverso una sonda specifica millimetrata e standardizzata con una pressione di circa 30 g, che viene fatta scorrere lungo tutta la circonferenza di ogni elemento dentale: è così possibile valutare la profondità delle tasche parodontali, il coinvolgimento delle forcazioni e l’estensione delle recessioni. Inoltre, si valuta la mobilità degli elementi, l’eventuale presenza di tartaro e restauri debordanti ed il sanguinamento al sondaggio. Nella cartella clinica di ogni paziente si registrano gli esiti del sondaggio, relativi alle posizioni standard. Solitamente sono 6 i siti considerati per elemento: mesiovestibolare, centrovestibolare, distovestobolare, mesiolinguale, centrolinguale e distolinguale.
Vengono rilevati diversi livelli di gravità nel
coinvolgimento della forcazione, in base alla perdita di attacco orizzontale,
cui si assegna il grado da 1 a 3. Se la perdita orizzontale dei tessuti di
sostegno non supera l’ampiezza di un dente di 1/3, si assegna il grado 1. Se la perdita orizzontale dei
tessuti di sostegno supera 1/3 dell’ampiezza del dente, ma non interessa
l’intera forcazione, si assegna il grado
2. Se invece la perdita orizzontale dei tessuti di sostegno attraversa
tutta l’area della forcazione, allora si parla di grado 3.
In ogni caso, la mobilità può essere di natura parodontale, traumatica ed
endodontica: la valutazione avviene attraverso l’applicazione di leggere forze
veicolate tramite appositi strumenti.
In seguito alla visita
parodontale il dentista potrà quindi assegnare un punteggio ad ogni sede di
sondaggio; ad ogni punteggio corrisponde la presenza o meno di uno o più
reperti parodontali.
I codici diagnostici sono:
- codice 0: assenza di tasche e di sanguinamento rilevato dopo il sondaggio;
- codice 1: assenza di tasche con un leggero sanguinamento rilevato dopo il sondaggio;
- codice 2: assenza di tasche maggiori di 3,5 mm con sanguinamento rilevato dopo il sondaggio;
- codice 3: profondità di sondaggio da 3,5 a 5,5 mm;
- codice 4: profondità di sondaggio maggiore di 5,5 mm.
Per i pazienti con codice 0, 1 e 2 è opportuno ripetere il sondaggio almeno una volta l’anno. Per i pazienti con codice 3 o 4 sono necessarie analisi più dettagliate ed ulteriori test, per aggiornare la cartella parodontale e intraprendere azioni mirate.
Ortopanoramica e Lastre bitewing
Una volta completata la diagnosi, è fondamentale formulare un piano di trattamento, che dovrà basarsi anche sugli esami di radiografia dentale. Saranno inoltre indispensabili due tipologie di analisi per individuare le migliori cure: si tratta dell’ortopanoramica e delle lastre bitewing.
La prima consiste in una panoramica delle arcate dentali e delle strutture ossee, necessaria per poter visionare attentamente il quadro complessivo e valutare il caso clinico sotto diversi aspetti: si va dallo studio della posizione e dell’ampiezza dei seni paranasali, all’eventuale presenza di rarefazioni ossee fino alla valutazione di tutti gli elementi dentali.
Le radiografie
endorali sono caratterizzate da una bassa emissione di raggi e permettono
di analizzare lo stato di 2-3 denti per radiografia. Le radiografie possono far
emergere la presenza di carie, di tasche
parodontali o di lesioni a livello apicale. Non sono tuttavia in grado di
fornire informazioni puntuali sulle misure reali dei denti e dei rapporti
esistenti tra la lesione e le strutture anatomiche nelle vicinanze. Per questo
motivo solitamente si affianca anche la cosiddetta tomografia
computerizzata “cone beam”: senza esporre il paziente a radiazioni eccessive,
sarà così possibile ottenere una visione tridimensionale simile a quella di una
TAC, evidenziando i rapporti volumetrici dente-ossa e le lesioni
endodontiche.
Dopo aver ottenuto una vera e propria impronta della bocca del paziente, con foto
intra ed extraorali, sarà possibile analizzare i rapporti occlusali tra le due
arcate dentarie, oltre a documentare il caso prima e dopo la terapia.
Le lastre bitewing rappresentano un utile esame del cavo orale, collegato alla “cariorecettività” del paziente. Permettono, infatti, di diagnosticare l’eventuale presenza di carie sui denti latero-posteriori, dal canino fino al molare. È opportuno effettuare l’esame una volta all’anno, oppure una volta ogni 2-3 anni se gli esiti hanno mostrato una scarsa propensione dei denti alle carie.
Le lastre consentono di visionare contemporaneamente l’arcata inferiore e quella superiore, una volta a destra e una volta a sinistra, nella loro porzione coronale. Eventuali carie nell’area di contatto tra un dente e l’altro, otturazioni, capsule o ponti infiltrati saranno facilmente individuabili. Inoltre, questo esame si mostra di grande utilità nella prevenzione dei problemi parodontali, dal momento che consente di controllare attentamente il profilo dell’osso di sostegno dei denti.