Il piccolo rialzo osseo e il grande rialzo osseo rappresentano due tipologie di intervento nell’ambito dell’implantologia. La loro finalità è quella di aumentare il volume osseo, nell’arcata superiore all’altezza del primo e secondo molare, attraverso un innesto e favorire così la stabilità di un impianto. Pertanto, se stai pianificando un intervento dentale per tornare a sorridere come una volta, potrai contare sul valido supporto offerto da queste soluzioni.
Gli interventi per il piccolo o il grande rialzo osseo si rendono necessari in tutti quei casi in cui l’osso non sia in grado di rigenerarsi da solo. Può succedere, infatti, che la rigenerazione non avvenga in modo naturale e sia quindi opportuno procedere alla ricostruzione con appositi interventi, da effettuare presso qualificati professionisti come il nostro studio dentistico a Roma. In tal modo verrà assicurata la fondamentale stabilità per i tuoi denti.
Vediamo insieme quali possono essere le cause della perdita ossea (o di un difetto che richieda un supporto), andando poi ad analizzare le diverse tipologie di impianto e a chiarire la differenza tra piccolo e grande rialzo.
Le possibili cause della perdita ossea
Difetti dell’osso mascellare e la sua perdita di volume, con conseguenti danni per i denti, possono colpire diversi pazienti per numerose cause. Si va dalle infezioni, ai traumi o alle estrazioni dentali fino alla parodontite. Alcuni problemi possono essere causati anche da un precedente intervento di implantologia mal eseguito, oppure può verificarsi una graduale atrofia dell’osso mascellare e mandibolare dovuta all’avanzare dell’età, con progressiva perdita dei denti.
Se ti trovi ad affrontare una di queste problematiche, puoi rivolgerti al nostro studio dentistico per un’attenta ed accurata visita e valutare il trattamento migliore: nel caso si renda necessario un impianto dentale, tenendo in considerazione la quantità di osso mascellare disponibile, si procederà con un piccolo o grande rialzo del seno mascellare.
Diverse tipologie di impianto
L’impianto dentale rappresenta un’ottima soluzione per risolvere diverse problematiche legate ai tuoi denti: si tratta infatti di una radice artificiale che, attraverso una vite di titanio viene inserita nell’osso mandibolare o mascellare per ancorare un nuovo dente in sostituzione di quello mancante. Le tecniche d’avanguardia utilizzate e la scelta di materiali come il titanio garantiscono un’adeguata osteointegrazione dell’impianto stesso. Esistono diverse tipologie tra cui poter scegliere, in base alla propria situazione.
Vediamo di seguito alcuni esempi degli impianti più comunemente utilizzati.
- Impianti corti: sono gli impianti di lunghezza compresa tra 5 e 6 mm, che vengono spesso definiti come “short”. Possono essere effettuati su una quantità di osso minima e solo nel caso di atrofia ossea verticale. Garantiscono un elevato grado di sicurezza, in quanto il rischio di lesioni al nervo alveolare è minimo.
- Impianti pterigoidei: con una lunghezza media di 18 mm, questi impianti vengono inseriti posteriormente al primo molare dell’arcata superiore, all’interno del piatto pterigoideo, da cui prendono appunto il nome. Garantiscono ottima stabilità ma possono comportare alcuni rischi, a causa della vicinanza dell’arteria palatina.
- Impianti inclinati: sono impianti generalmente più lunghi. Possono interessare una maggior quantità di osso residuo e sono spesso scelti per i numerosi vantaggi in termini di stabilità dell’impianto.
- Impianti zigomatici: sono impianti molto invasivi, con una lunghezza compresa anche tra i 30 e i 50 mm; generalmente sono utilizzati solo sui pazienti che presentano una minima quantità di osso residuo. Prevedono un intervento complesso, in quanto vengono inseriti nell’osso dello zigomo.
Interventi per grande e piccolo rialzo
Prima di procedere con l’impianto dentale, si può ricorrere al supporto assicurato da un intervento per grande o piccolo rialzo del seno mascellare. La differenza principale tra i due è data dalla quantità di osso disponibile nella bocca del paziente.
Se l’altezza dell’osso disponibile è inferiore ai 5-6 millimetri, allora sarà necessario un intervento per grande rialzo mascellare con l’obiettivo di aumentare la quantità ossea nella parte posteriore del mascellare superiore. Al contrario, se l’altezza dell’osso disponibile è tra i 7 e i 12 millimetri, allora si procederà con il piccolo rialzo.
Come avvengono queste tipologie di interventi?
Per prima cosa il dentista procede a
un’anestesia locale, in modo da rendere l’operazione completamente indolore.
L’intervento di grande rialzo prevede principalmente due tecniche: la prima prevede l’inserimento di materiali
sintetici biocompatibili per la formazione del nuovo osso.
La seconda consiste nell’inserimento di osso autologo (cioè dello stesso
soggetto) prelevato in altri punti della bocca e accuratamente inserito dove
necessario, dopo essere stato frammentato. In questo modo sarà possibile
trovare una soluzione per tutti i casi in cui la quantità di osso non sia
sufficiente per gli impianti dentali.
Allo stesso modo, l’intervento di piccolo rialzo del seno mascellare è una tecnica chirurgica svolta in anestesia locale. Questo tipo di operazione viene realizzata contestualmente all’inserimento dell’impianto. La perforazione avviene con l’aiuto di osteotomi, ovvero piccoli percussori che, facendo pressione sull’osso, fratturano il pavimento senza provocare la rottura della membrana.
In tutti e due i casi, andrà poi valutato come procedere con l’impianto dentale: questo può, infatti, essere inserito contestualmente oppure in un momento successivo. La scelta dipende dalla quantità di osso residuo che, se non è sufficiente a garantire la necessaria stabilità fin da subito, richiede adeguati tempi di attesa per una buona osteointegrazione (in genere circa 6-8 mesi nel caso dell’intervento di grande rialzo). Contatta il nostro studio dentistico e prenota la tua visita!