Nel settore dell’implantologia dentale possono presentarsi casi in cui la quantità di osso residuo non sia sufficiente per l’applicazione di impianti: grazie all’innesto osseo è possibile trovare una soluzione per tornare ad avere un sorriso sano e bello grazie a una tecnica di ricostruzione non invasiva.
L’innesto osseo è conosciuto anche come rigenerazione ossea e consiste in una procedura di implantologia in grado aumentare la quantità di osso presente. In questo modo sarà possibile creare una base solida ad ospitare un impianto dentale, in tutti i casi in cui si richieda questo tipo di intervento. La rigenerazione avviene attraverso il ricorso ad un altro osso del paziente oppure ad un osso esterno e biocompatibile.
È opportuno affidarsi sempre a professionisti del settore, come il nostro studio dentistico di Roma, in grado di effettuare tutte le visite necessarie e indirizzare ciascun paziente verso la migliore soluzione. Attraverso tecniche innovative e all’avanguardia, possiamo garantirti un trattamento rapido e semplice, anche nel caso di un deficit osseo.
Cause della mancanza o insufficienza ossea
Quali sono le principali cause di un’eventuale insufficienza ossea? Sono molte le situazioni che possono portare ad una simile problematica: si va dalle conseguenze di un’estrazione dentale, alla presenza di parodontite avanzata, sino agli effetti negativi che può avere una protesi mobile portata per lungo tempo. Può succedere infatti che il paziente vada incontro ad un processo di atrofizzazione ossea, che interessa le arcate dentali: in questi casi non è possibile eseguire le normali procedure di implantologia, ma bisogna ricorrere agli innesti ossei, in grado di risolvere situazioni di assenza o scarsità dell’osso.
Costo degli interventi di implantologia
I costi di un intervento di implantologia possono variare in base ai casi, alle condizioni di ciascun paziente, così come in base alla scelta delle tecniche e dei materiali da utilizzare. Ogni trattamento ha le sue peculiarità, pertanto non è possibile stabilire a priori un listino prezzi: il nostro studio provvede a fornire un dettagliato preventivo personalizzato, dopo aver effettuato la necessaria visita clinica preliminare e le opportune indagini radiologiche. Sicuramente un buon impianto dentale richiede anche una spesa congrua, ma rimane fondamentale scegliere sempre interventi effettuati con la massima professionalità per garantire risultati sicuri e soddisfacenti, oltre che resistenti nel tempo.
Assenza dell’osso: le soluzioni dell’implantologia
Il deficit osseo può colpire sia una sola che entrambe le arcate dentarie: ecco perché ciascun caso va studiato con attenzione in modo da scegliere il migliore intervento di implantologia, valutando i diversi fattori.
Anche nelle situazioni più complicate, caratterizzate da una totale assenza di osso, esistono diverse alternative che permettono di ritrovare un sorriso bello e sano. Si va, ad esempio, dai trattamenti per il grande rialzo o il piccolo rialzo del seno mascellare, sino all’intervento di rigenerazione ossea. Grazie alla pianificazione chirurgica computer guidata, così come alle numerose recenti tecniche innovative nel settore, l’implantologia è in grado di assicurare ottimi risultati anche per coloro che soffrono della completa mancanza di osso. Tra le varie alternative che si possono valutare, spesso la scelta ricade sugli impianti zigomatici o sugli interventi realizzati attraverso la tecnica dello Split Crest: si tratta di una metodologia che esercita la propria azione sulle creste ossee, andando ad aumentarne lo spessore anche fino a 5 mm.
Insufficienza ossea: le alternative all’innesto
Nei casi di un’insufficienza ossea per le arcate dentali, si possono considerare alcune alternative ai tradizionali protocolli chirurgici. Grazie ad avanzati studi sull’implantologia, è stato possibile ottenere importanti risultati, con soluzioni rapide e semplici per tutti quei pazienti con poco osso mascellare.
Non è sempre necessario, dunque, procedere direttamente con interventi quali il rialzo del seno mascellare, la ricostruzione ossea mandibolare o le tecniche rigenerative, ma si possono valutare altre procedure meno invasive: se l’insufficienza ossea non consente di applicare innesti, si può procedere con impianti corti, inclinati, pterigoidei e zigomatici. Da non dimenticare anche la pianificazione chirurgica guidata, tecnica all’avanguardia che garantisce ottimi risultati. Ma vediamo insieme quali sono le caratteristiche principali di queste soluzioni.
Gli impianti corti
Gli impianti corti, chiamati anche “short”, sono una soluzione ideale in numerosi casi, anche abbastanza complicati: richiedono infatti una quantità di osso davvero minima (anche di soli 6 mm) e presentano una lunghezza di 5 mm. I pazienti che ne traggono maggiori benefici sono generalmente coloro che soffrono di atrofia ossea verticale: questa patologia colpisce soprattutto le aree posteriori delle arcate dentarie, con una netta riduzione dell’altezza dell’osso residuo.
Ecco che questi
impianti corti rappresentano la soluzione perfetta anche grazie alla loro
lunghezza ridotta, che ne garantisce un utilizzo privo di rischi. I
diversi nervi, a partire da quello alveolare inferiore, difficilmente
possono subire lesioni e si evita così ogni eventuale rischio di paresi alla
bocca o al labbro.
Inoltre, non è necessario ricorrere ad interventi chirurgici più
invasivi e dolorosi, dal momento che si può contare su una tecnica molto semplice
e veloce, ma altrettanto valida ed efficace.
Gli impianti inclinati
Anche gli impianti inclinati rappresentano un’ottima soluzione nei casi in cui l’atrofia delle ossa abbia colpito le arcate dentali. Attraverso alla loro applicazione è possibile superare i limiti del classico innesto osseo, andando ad adattare ogni parte alle esigenze anatomiche dell’arcata dentale. Inoltre, grazie ad un ancoraggio ottimale all’osso residuo del paziente, consentono un carico immediato e un risultato di sicuro successo.
Questa tipologia di impianti può essere utilizzata in più situazioni: se applicata all’arcata superiore permette di evitare al seno mascellare il cosiddetto recesso mesiale. Si mostra ugualmente utile per applicazione sull’arcata inferiore, garantendo la protezione del nervo alveolare ed evitando così i rischi di lesioni e paralisi temporanee o permanenti.
Gli impianti pterigoidei e zigomatici
Nei casi più
complicati l’alternativa migliore è rappresentata dagli impianti pterigoidei e zigomatici, che riescono ad assicurare
risultati anche nelle situazioni in cui non è possibile intervenire con
gli impianti corti o inclinati per la presenza di forme molto gravi
di atrofia ossea dentale. Vediamo quali sono le due tipologie di intervento
necessarie ad assicurare il corretto inserimento sia degli impianti
pterigoidei che di quelli zigomatici.
Nel primo caso, l’impianto si inserisce nell’arcata superiore, più precisamente nell’area molare, dove si trova il processo pterigoideo (da cui l’impianto prende il nome). Questa parte della bocca presenta una struttura ossea che la rende perfetta per l’inserimento di un impianto: si garantisce infatti un’ottima osteointegrazione, oltre a limitare i rischi di un ulteriore innalzamento del seno mascellare.
Per quanto riguarda gli impianti zigomatici, il loro inserimento avviene attraverso ancoraggio all’osso zigomatico, partendo dalla zona premolare o molare: in questo modo si assicura stabilità e lunga durata nel tempo. È necessario che l’intervento sia fatto con precisione, anche in considerazione del fatto che si tratta di impianti particolarmente lunghi, generalmente dai 30 ai 50 mm.
La chirurgia computer guidata
La chirurgia computer guidata è una tecnologia di ultima generazione, che consente di effettuare complicati interventi di implantologia nel modo più accurato e preciso possibile. Attraverso il suo utilizzo, infatti è possibile posizionare anche gli impianti più difficili, monitorando ogni fase dell’operazione e riducendo l’invasività chirurgica, oltre a limitare il rischio di danni collaterali. Per questi motivi, nel campo dell’implantologia avanzata, la chirurgia computer guidata si applica ad esempio nell’inserimento degli impianti dentali pterigoidei e zigomatici: attraverso un attento controllo è così possibile evitare danni al paziente, come la lesione dell’arteria palatina nel caso dell’impianto pterigoideo o la frattura dello zigomo durante l’inserimento di un impianto zigomatico.